La cultura alimentare si forma da bambini

Assaporare il cibo, sperimentare, provare nuovi sapori. Il rapporto col cibo si costruisce da piccoli.

Unire il tema “alimentazione” con l’universo “bambini” è sempre un esperimento dai risultati non facilmente prevedibili. Perché i bambini sono fatti a modo loro, ognuno è diverso dall’altro, cambiano, crescono, il loro rapporto col cibo è influenzato da numerosissime componenti.

Secondo quanto emerge dagli ultimi dati forniti dalla “Childhood Obesity Surveillance initiative” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i bambini italiani sono tra i più grassi d’Europa. Fortunatamente pare che il trend stia rallentando, anche grazie a numerose iniziative portate avanti per sensibilizzare i genitori all’importanza di una sana alimentazione.

Ma la questione fa riflettere. Perché non si tratta solo del problema obesità, “cibo spazzatura” e merendine a go go. Si tratta anche dell’approccio che i più piccoli hanno con il cibo. Cibo che è importante saper gustare nel modo giusto, scoprendolo con curiosità, sperimentando sapori nuovi, assaporandolo e non ingoiandolo. Stando a tavola.

Per questo al ristopizza San Michele consideriamo i bambini come i nostri più importanti clienti. Piccoli palati da formare, incuriosire, avvicinare al buon cibo. Ragazzi da coinvolgere, da invogliare. Il ristorante offre un menù bambini con il quale andare sul sicuro. Ma a noi piace andare oltre. Le alternative possibili sono tante, lo Chef propone ogni settimana piatti nuovi e stagionali, preparati con ingredienti scelti.

L’invito ai genitori è allora quello di osare. Provando a invogliare i figli ogni tanto a ordinare un piatto diverso, “da grandi”. Spesso sono gli adulti a precludere a priori ai bambini la possibilità di sperimentare, perché danno per scontato che siano schizzinosi, che certe cose non le mangeranno mai, che il loro piatto dovrà obbligatoriamente essere “bimbo friendly”.

Ma il contesto fa la differenza. Una serata a cena fuori casa, un clima disteso, una tavolata alla quale magari sono seduti anche amici coetanei, il San Michele con il suo menù per tutti i gusti. Genitori che danno l’esempio, gustando il cibo fino in fondo, invitando i figli a provare ciò che loro stessi hanno nel piatto. Magari raccontandone le storia, svelando aneddoti legati a quel cibo che solo loro conoscono, chiedendo al cameriere qualche informazione in più.

Ogni piatto è molto più che un semplice “pasto”. Dietro ci sono tradizioni, cultura, conoscenza, manualità, creatività, fantasia. Spezie, aromi, saperi. Mangiare di corsa, magari guardando la televisione, mentre si pensa ad altro, mette in secondo piano un lato dell’alimentazione che dovrebbe invece essere prioritario: esiste una vera e propria cultura alimentare. Si forma pian piano nel tempo, mettendo solide basi sin da piccoli. Si costruisce con la curiosità, la voglia di scoprire il nuovo, la consapevolezza che siamo ciò che mangiamo.